L'ultima è quella dell'arrampicata. Io, che da piccolo avevo paura a saltare un gradino, mi sono messo in testa di imparare ad arrampicare. Non che non ci avessi mai provato prima eh... tre-quattro volte mi ci ero già messo. E avevo lasciato stare perché non faceva per me: "sono scoordinato", "non ho un grande amore per le altezze", "non sono atletico". O almeno questo mi sono sempre detto.
Stavolta però, ho deciso di mettermi alla prova, di sperimentare l'arrampicata con la prospettiva di migliorare la mia preparazione atletica e alpinistica. Mi sono iscritto ad un corso per imparare le basi e l'equilibrio, mi son trascinato dietro un amico (anche se è lui che mi ha spinto ad arrampicare). Ho comprato l'attrezzatura, inizio il corso, ed ecco che mi accorgo che a mancarmi non sono ne l'equilibrio ne la coordinazione, ma è qualcos'altro che mi impedisce.
Stavolta però, ho deciso di mettermi alla prova, di sperimentare l'arrampicata con la prospettiva di migliorare la mia preparazione atletica e alpinistica. Mi sono iscritto ad un corso per imparare le basi e l'equilibrio, mi son trascinato dietro un amico (anche se è lui che mi ha spinto ad arrampicare). Ho comprato l'attrezzatura, inizio il corso, ed ecco che mi accorgo che a mancarmi non sono ne l'equilibrio ne la coordinazione, ma è qualcos'altro che mi impedisce.
Quando mi avvicino alla parete, una parte recondita di me, ricca di ansie e preoccupazioni, prende il sopravvento! Mi rende lento e mi rintordisce, quasi come fossi un armadillo che attraversa la strada. Il mio orgoglio cerca di combattere questa sensazione, ma per chi osserva questo conflitto da fuori, sembra davvero che io sia incropito. Inadatto.
Oggi mi sono trovato a pensare a questo blocco. A quest'ansia che prevale nel momento in cui approccio un movimento difficile. Tutto a un tratto dubito dei miei appoggi e resto li, appeso alle braccia. Cerco per un po' di cambiare appigli, nuove prese per le mani, ma è inutile! Non vedo la soluzione perchè non mi fido dei miei appoggi, non mi fido dei miei piedi. Dubito di quello che sto facendo........
Oggi mi sono trovato a pensare a questo blocco. A quest'ansia che prevale nel momento in cui approccio un movimento difficile. Tutto a un tratto dubito dei miei appoggi e resto li, appeso alle braccia. Cerco per un po' di cambiare appigli, nuove prese per le mani, ma è inutile! Non vedo la soluzione perchè non mi fido dei miei appoggi, non mi fido dei miei piedi. Dubito di quello che sto facendo........
Pensandoci meglio, mi accorgo che questo stesso blocco si ripresenta anche in altri ambiti diversi: università, studio, rapporti e relazioni. Per esempio: oggi pomeriggio volevo studiare, ma ho passato invece la giornata a farmi domande sul mio futuro, se questa sia davvero la strada giusta, perchè non me ne vado a fare il panettiere o che altro. Mi metto in discussione invece di affrontare le difficoltà che mi si parano davanti e spesso scelgo la fuga. Anche prima di un esame, l'ansia mi porta a fuggire, a chiedermi perché lo faccio, se non sia il caso di rimandare.
Queste domande sono simili, se non uguali, a quelle che mi pongo in parete: ma perchè voglio salire? e se facessi la via a fianco che è più facile? perchè non me ne sono stato a casa prima?
Ma sapete una cosa?? In cima ci voglio arrivare e ci arrivo! In barba a queste pare, a queste ansie. Come? Non lo so. Faccio tacere quelle vocine, quelle domande fastidiose e mi concentro. Zittisco l'Ansia e via! Equilibrio, spinta e son già su che mi godo il panorama.
Quindi scusate... smetto di scrivere minchiate e vado a studiare, perchè in fondo io medico voglio diventare.